Complice il Covid-19, che ha stravolto il modo di lavorare delle imprese nel 2020, l’Italia e l’Europa stanno provando ad accelerare il processo di digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane con l’aiuto di consistenti agevolazioni.
Sebbene da diversi anni il nostro paese abbia sposato sulla carta l’innovazione tecnologica attraverso progetti come Industria 4.0, e si sia sforzato a concretizzare diverse iniziative, una vera e propria svolta sul fronte della digitalizzazione delle imprese si è vista solo timidamente o per compartimenti stagni.
La digitalizzazione di massa in Italia deve ancora avvenire. Perché?
È plausibile che il vero significato dell’innovazione di processo non sia stato interpretato in modo corretto dalle imprese, scoraggiate dal dover affrontare temi e definizioni poco comprensibili, se non agli addetti ai lavori: pensiamo a big data, intelligenza artificiale e internet of things. O forse, a frenarle è stata la certezza che ogni passo verso la modernità costa in termini di investimento economico, umano e organizzativo.
Perciò tutto questo potrebbe aver smorzato l’entusiasmo.
L’esperienza maturata in seguito alla pandemia del Covid -19 ci mostra che nonostante la digitalizzazione più volte invocata da Industria 4.0, solo alcuni settori e filiere industriali hanno introdotto innovazioni tecnologiche, e lo hanno fatto per lo più nell’ambito dell’automazione produttiva. In ogni caso la tendenza è stata quella di non modificare la strategia e l’organizzazione, facendole confluire in un nuovo business model digitale. Possiamo quasi dire che la tecnologia sia stata “appiccicata” qua e là senza una vera e propria logica, in un modo che ricorda un po’ quanto è avvenuto in seguito all’ingresso dei PC in azienda, quando le persone continuavano a usare Word come se fosse una macchina da scrivere o excel come una calcolatrice.
Non sono molte quindi le aziende di produzione e servizi che hanno sviluppato una vera e propria “strategia digitale” in grado di portare a un nuovo modello di business permeato da strumenti e tecnologie integrate nei processi di lavoro quotidiano.
Pertanto, sebbene si sia a lungo discusso di massimi sistemi come la blockchain, l’AI e l’IOT, alla prova dei fatti la maggior parte delle aziende durante la pandemia ha continuato a gestire in modo analogico e manuale la propria operatività, anche nei processi più semplici.
La possibilità di creare un ecosistema digitale non significa solo inserire soluzioni ICT nell’organizzazione, ma ripensare l’organizzazione in un nuovo modello. Per dare un esempio di come può avvenire un cambiamento strategico, pensiamo alla migrazione da un punto vendita tradizionale al negozio virtuale di Amazon che non solo permette l’acquisto on line, ma permette anche di profilare i clienti, ascoltarne i desideri e le necessità e tarare la struttura logistica e di offerta di conseguenza.
Una digital innovation che funziona parte dalle cose semplici
L’approccio da considerare quando si parla di digitalizzazione è quello di una graduale ma pianificata migrazione digitale dei processi, a partire dai più semplici, interiorizzando le tecnologie e sfruttando l’infrastruttura già disponibile e stabile. In questo percorso è inoltre importante tenere conto anche di aspetti spesso sottovalutati, come la privacy e la cyber security.
Come abbiamo già visto, il percorso di migrazione al digitale va condotto in modo graduale ma radicale, affinché si ottenga un vero cambiamento: la trasformazione. Vediamo ora quali sono le sei fasi in cui si può articolare:
2. Definire l’ambito di intervento
3. Costruire la strategia
4. Gap Analisi
5. Budget
6. Implementazione
Risolte le fasi precedenti si arriva alla fase operativa che include:
In questa fase vanno definiti obiettivi minimi, concreti e misurabili, già nel breve periodo.
Per portare a compimento un passaggio che, come abbiamo visto, da troppo tempo attende di essere concluso, dalla fine del 2020 arriveranno consistenti finanziamenti alle imprese.
Le principali misure a favore della migrazione digitale dei processi aziendali nelle PMI sono due:
A partire dal 15 dicembre 2020 possono essere inoltrate le domande per accedere al nuovo regime di aiuto – introdotto dal Decreto Crescita per favorire la trasformazione tecnologica digitale dei processi produttivi delle PMI.
A disposizione ci sono 100 milioni di euro, che saranno erogati sotto forma di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto.
I progetti ammissibili alle agevolazioni devono essere diretti alla trasformazione tecnologica e digitale mediante l’implementazione di:
a. tecnologie abilitanti individuate dal Piano nazionale Impresa 4.0. (advanced manufacturing solutions, additive manufacturing, realtà aumentata, simulation, integrazione orizzontale e verticale, industrial internet, cloud, cybersecurity, big data e analytics);
b. tecnologie relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera, finalizzate:
Le PMI possono presentare la domanda , anche congiuntamente tra loro, purché in numero non superiore a 10 imprese.
Ciascun soggetto può presentare una sola domanda di accesso alle agevolazioni che può riguardare unicamente:
Le agevolazioni sono concesse sulla base di una percentuale nominale dei costi e delle spese ammissibili pari al 50%, così articolata:
La Commissione europea ha deciso di indire un bando di gara da 1 miliardo di euro per progetti di ricerca e innovazione che affrontino la crisi climatica e contribuiscano a proteggere gli ecosistemi e la biodiversità in Europa.
Il bando “Green Deal europeo” finanziato da Orizzonte 2020, a cui ci si può iscrivere dal 22 settembre 2020, darà impulso alla ripresa europea dalla crisi del coronavirus trasformando le sfide sul fronte ambientale in opportunità di innovazione.
Data l’urgenza a cui risponde, il Green Deal europeo punta a risultati chiari e tangibili nel breve e nel medio periodo, perseguendo però una visione di cambiamento a lungo termine: meno azioni ma più mirate, grandi e visibili.
I progetti finanziati con questo bando dovrebbero apportare benefici tangibili in dieci settori.
– otto settori tematici:
– due settori orizzontali:
Quest’ultimi offrono una prospettiva più a lungo termine per sviluppare i sistemi e le infrastrutture europee delle conoscenze.
Il termine per la presentazione delle offerte è il 26 gennaio 2021. L’avvio dei progetti selezionati è previsto nell’autunno 2021.
La Digital Transformation offre l’opportunità di creare un nuovo modello di Business, da costruire partendo da:
I finanziamenti da soli non bastano, se manca il regista capace di gestire l’intero progetto di digitalizzazione.
Alla base di un nuovo business model digitale servono le persone giuste e le tecnologie adatte.
Purtroppo ad oggi l’utilizzo delle tecnologie digitali è ancora poco sistematico o lasciato all’intraprendenza dei singoli dipendenti, senza una vera e propria pianificazione strategica e con strumenti frutto di scelte casuali e disomogenei tra loro.
La prima esperta in tecnologie, sviluppo e migrazione di soluzioni digitali abilitanti, la seconda un fornitore affidabile di consulenza e servizi gestionali. Entrambi consapevoli delle opportunità e delle grandi sfide che il cambiamento digitale comporta.